Verbale 11.11.2014

 

Parrocchia

San Giuseppe Sposo di Maria Vergine

Pavona [Rm]

 

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale – 11 novembre 2014

Sono presenti: don Angelo Pennazza, don Gualberto Aguinaldo Pires , Adriano Mercanti, Elisabetta Gragnola, Antonacci, Gaetano e Ylenia Labombarda, Indiveri, Fabio e Romina Zin, Federica Cammarata, Silvia Curinga, Loredana Coluzzi, Santino Lestini, Franca Bellardini, Emanuela Gragnola, Anna Valerio, Elio Oliviero.

 

I membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale assenti sono:Antonietta Iaconeta, Loretta Battista, Maniscalco, Anna Mercanti, Gianni Pulcini, Ierene Maniscalco, Riccardo Palombi, Simone Zonetti, Ascenzo Mattia, Lorena Gabrieli, Claudio Valeri.

 

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale si riunisce alle ore 21:00 per discutere il seguente ordine del giorno:

1. La pastorale familiare nella nostra parrocchia

2.Varie ed eventuali

 

Dopo la preghiera iniziale con l’ascolto della Parola di Dio e la recita del Salmo Il Signore è il mio pastore”, don Angelo legge il testo “La famiglia buona samaritana”. In seguito lo stesso Parroco introduce il primo punto all’ordine del giorno. Egli sostiene che la Pastorale Familiare nella nostra Parrocchia ha compiuto notevoli progressi e negli ultimi anni si trova alla base della vita della Comunità Ecclesiale, poiché da questa dipendono tutti gli altri interventi pastorali.

 

Il Parroco parla dei campi d’azione, che dovrebbero caratterizzare la Comunità locale di Pavona e che costituiscono un compito molto importante almeno nella prima fase dell’impegno pastorale:

 

1. Preparazione al Matrimonio

Si accolgono e si fanno sentire i giovani in famiglia. La maggioranza di loro ormai non vive il fidanzamento tradizionale ed è per lo più convivente e con dei figli. I giovani, dunque,  devono essere aiutati a capire il vero senso del matrimonio cristiano e a comprendere il senso del Patto che è alla base del Sacramento.  Si prepara con i fidanzati stessi la liturgia del Sacramento e si sfrutta il momento delle Letture per la Messa, che potrebbe essere la prima vera occasione con la quale gli stessi fidanzati si accostano, da adulti, alla Parola del Signore.

 

2. Gruppo santa Famiglia di Nazareth

Dopo la celebrazione del Matrimonio, si propone un cammino di fede che aiuti gli sposi ed altre coppie sposate, che aderiscono alla proposta, a fare della loro una vera famiglia cristiana e, inoltre,  si propone il modello di una famiglia “aperta” che sappia essere disponibile anche alle esigenze del proprio prossimo, soprattutto all’ interno della Parrocchia, e che sappia essere una vera presenza cristiana nell’ambito sociale e politico, quando sia necessario.

 

3. Incontro con i genitori dei bambini

che cominciano la catechesi dell’ iniziazione cristiana: si ha la possibilità di incontrare molti genitori che all’inizio sono “costretti” a prendere contatto con la Comunità Ecclesiale e che, sentendosi veramente accolti e non giudicati, possono essere sensibili al messaggio che si vuole proporre loro.

 

4. Pastorale giovanile

È il settore in cui la Comunità Ecclesiale sta facendo il primo vero esperimento di Parrocchia famiglia di famiglie. Un aspetto particolare di questo impegno sarà la formazione degli animatori “giovani” che dovranno essere inseriti pienamente nella Pastorale Familiare e dovranno individuare una coppia “padrina e madrina” che li accompagnerà durante tutto il loro percorso non solo di animatori ma anche di vita.

 

5. Equipe di Pastorale familiare

Dovrà essere il cuore ed il motore di questo progetto. Sarà necessaria una “formazione permanente” continua e qualificata sia per quanto riguarda le problematiche familiari che sotto l’ aspetto della vita spirituale.

 

Vengono, poi, fatte dallo stesso Parroco delle considerazioni finali che comprendono alcune iniziative tendenti a favorire l’incontro della Comunità Ecclesiale con Cristo:

 

a. Lectio divina settimanale sul vangelo della domenica

 

b. Adorazione Eucaristica mensile [che potrebbe diventare quindicinale]

 

c. Gli incontri settimanali dei Castorini, dei gruppi Giia, dei Ministranti, e quelli quindicinali dei Catechisti e della Santa Famiglia di Nazareth dovrebbero essere tutti finalizzati a questo incontro

 

d. Rinforzare, rinvigorire e rimotivare il gruppo che ha fondato e gestito per anni l’ Oratorio e che negli anni di chiusura è stato costretto all’ inattività.

 

Fabio e Romina Zin, responsabili del gruppo santa Famiglia di Nazareth, espongono una relazione su “La parrocchia famiglia di famiglie”. Essi affermano che la famiglia da “oggetto” pastorale dovrebbe diventare “soggetto” pastorale e che progettare la pastorale della parrocchia con la famiglia vuol dire scoprire il progetto di Dio sulla famiglia e sulla parrocchia e delineare il cammino di conversione che famiglia e parrocchia devono percorrere per corrispondere “qui ed ora” al progetto di Dio. Inoltre, fanno presente agli altri membri del Consiglio che la Chiesa ha bisogno della famiglia per essere pienamente se stessa, cioè “famiglia di famiglie” e che  la famiglia ha bisogno della Chiesa e deve vivere nella Chiesa per essere pienamente se stessa, cioè ripresentazione del “mistero grande”, in modo che la Famiglia diventi ciò che è: comunità d’amore, segno dell’amore sponsale di Dio per l’umanità e di Cristo per la Chiesa, segno e strumento di comunione tra gli uomini, scuola di umanità, e la Parrocchia diventi ciò che è: famiglia di famiglie, segno della comunione trinitaria, sacramento di comunione nel mondo. Fabio e Romina, poi, utilizzano l’icona evangelica della moltiplicazione dei pani (Marco 6,30-44) per aiutare a tradurre tutto questo in una serie di conseguenze pastorali:

 

1.Il dono della comunione e del servizio:

a. occorre ripensare la parrocchia secondo il paradigma della comunione trinitaria e della nuzialità divina che si rende visibile nell’amore sponsale e familiare

 

b. è necessario valorizzare l’originale indole comunitaria delle famiglie per edificare la comunità parrocchiale come “famiglia di famiglie”; comunità adunata nell’unità delle Persone trinitarie, a immagine della Trinità, come la famiglia.

 

c. Occorre valorizzare le famiglie disponibili per costruire una rete di relazioni fraterne e solidali con tutte le famiglie e le persone sole, soprattutto quelle in difficoltà

 

2.Il dono dell’Eucaristia e degli altri sacramenti:

Gli sposi e le famiglie cristiane sono coloro che per primi hanno l’opportunità di tradurre la “liturgia del rito” nella “liturgia della vita”: essi vivono prima di tutto in casa la “liturgia della vita” animati dalla vita liturgica della comunità, dall’ascolto della Parola e dalla preghiera famigliare

 

b. Gli sposi insieme a tutta la comunità: le famiglie cristiane celebrano e vivificano il loro mistero nuziale nell’Eucarestia domenicale

 

c. Gli sposi e le famiglie cristiane all’interno della parrocchia guidano, come primi annunciatori della fede e primi educatori dei loro figli, il cammino dell’ iniziazione cristiana (celebrazione del battesimo, cresima ed Eucarestia).                                                                                                 

 

Fabio e Romina, nel terminare la loro esposizione, traggono le seguenti conclusioni:

 

1.I fedeli sono chiamati a una grande conversione pastorale e a un impegnativo e, soprattutto, coerente cammino di fede

 

2. La famiglia deve diventare il modello dell’essere Chiesa

 

3. Occorre progettare l’azione pastorale con le famiglie

 

4. Per realizzare questa pastorale familiare, è necessaria un’adeguata formazione spirituale e teologico-culturale, sia degli sposi che dei presbiteri (e dei futuri sacerdoti). Una formazione che approfondisca la teologia della nuzialità imparando a rileggere la storia della salvezza con questa prospettiva.

 

Dopo l’esposizione della relazione su “la Parrocchia famiglia di famiglie” gli altri membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale partecipano attivamente al dibattito con i seguenti interventi:                                                 

 

- proprio come una vera famiglia la Parrocchia, nell’accezione di “famiglia di famiglie”, deve essere aperta a tutti coloro che vogliono farne parte e che ne hanno bisogno (Marco Indiveri, responsabile della Catechesi per la preparazione al Matrimonio).

 

- non tutti hanno la mente predisposta allo studio e c’è chi non può comprendere pienamente. Quindi, occorre adattare la cultura alle persone, affinché queste possano comprendere (Elisabetta Gragnola, responsabile della Caritas).

 

- nel vivere la propria fede, la presenza di persone “estranee” al proprio nucleo famigliare può essere di notevole importanza. La famiglia non è solo quella di “casa” o quella di “chiesa” (Emanuela Gragnola, responsabile del Coro parrocchiale).

- l’educatore incontra numerose difficoltà nel corso del proprio percorso educativo (Loredana Coluzzi, responsabile dei Gruppi Castorini).

 

- testimoniare il proprio operato all’interno del Comunità Ecclesiale dinanzi a persone adulte può risultare difficile, ma grazie alla fede che nutriamo in ciò che facciamo possiamo riuscire a trasmettere l’amore nell’adempiere al nostro “servizio comunitario” (Silvia Curinga, responsabile della Pastorale giovanile).

 

– rivivere la giovinezza passata nei propri figli e nei ragazzi del Giia, che hanno il desiderio di essere ascoltati, risulta essere una grande emozione. I ragazzi danno confidenza e, soprattutto, fiducia all’“estraneo”,che accolgono in qualità di educatore parrocchiale. (Ylenia Labombarda, responsabile della Catechesi per la preparazione al Battesimo).       

 

- i giovani sono estremamente diversi gli uni dagli altri. Per questo è importante cercare di accettare ognuno per quello che è (Gaetano Labombarda, responsabile della Catechesi per la preparazione al Battesimo).

 

- è necessario che ci sia da parte della Pastorale familiare una forma di vicinanza e di accoglienza verso chi non vive la “normale” dimensione di famiglia (Sr Federica Cammarata, responsabile della Pastorale giovanile).

 

- risulta difficile definire “normali” tutte quelle famiglie nelle quali c’è stato un divorzio oppure una separazione da parte dei coniugi. Inoltre, è allo stesso modo difficile adempiere al proprio compito di catechista, se si incontrano dei genitori poco aperti al dialogo (Antonella Antonacci, responsabile del Gruppo Catechisti).

 

- è importante curare il Battesimo dei bambini con genitori divorziati e non, l’organizzazione della preparazione al Battesimo e la benedizione delle donne incinte. A Pavona ci sono cinque case di cura, in cui dei ministri straordinari si recano ogni domenica, per questo è necessario diffondere il messaggio che la Chiesa accompagna i propri fedeli dalla vita alla morte (Adriano Mercanti, Diacono Permanente).

 

- è estremamente importante fondare la relazione dei membri di uno stesso gruppo sul rispetto reciproco, sulla realizzazione di un cammino di fede, che diventi esperienza comune, e sull’azione concreta e coerente (don Gualberto Aguinaldo Pires, cooperatore parrocchiale).

 

- tutti fanno parte della famiglia, quindi si può avere una sola Pastorale familiare (don Angelo Pennazza, parroco).

 

La riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale termina alle ore 22:45 con un’ultima preghiera finale.

 

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